Il pistolero in stile "peace and love"
Devo ammettere che spesso descrivere Trigun, e quello che ha rappresentato per me, mi risulta difficile. Quando qualche amico, stanco dello stereotipo di shonen pieno di power up esagerati e soliti cliché, mi chiede consiglio inerente qualche anime più particolare da vedere le mie scelte cadono inevitabilmente su Evangelion, Cowboy Bebop e infine Trigun. Alla successiva domanda, che tra l' altro odio, che consiste nel "di che parla?" rispondere in modo che egli capisca di cosa si tratti è molto complesso. Già perchè dire "trigun parla di un mondo futuristico dove sto tizio ha una taglia di 60 miliardi di doppi dollari ma è un pistolero pacifista che non uccide nessuno" è quantomeno riduttivo per quello che è stato un anime, ma soprattutto un fumetto che fa da cardine per tutto il genere steam-punk del sol levante.giovedì 29 settembre 2016
[Considerazioni] TRIGUN
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martedì 27 settembre 2016
[Recensione] Scherlock
IL MITO CHE NON INVECCHIA MAI
Il celebre investigatore privato Sherlock Holmes è
ormai nell' immaginario comune lo stereotipo di detective. I
romanzi di Sir Arthur Conan Doyle hanno avuto il pregio di dare l'
immortalità ad un personaggio fittizio e alle sue avventure insieme
col fidato Watson, contro i più intricati misteri e i crimini del
perfido Moriarty. Da questi libri sono stati tratti molte altre
opere tra film, serie tv, e indubbiamente la figura del detective
eccentrico ma infallibile ha inspirato altri grandi delle
letteratura, prima fra tutti Agatha Christie e il suo Poirot. Nel
2010 Steven Moffat e Mark Gatiss mandarono in onda prima in
Inghilterra e poi in tutto il mondo una miniserie in 3 puntate sulle
vicende narrate nei libri di Doyle, ma al giorno d'oggi. Ogni puntata
ha la media di quasi 90 minuti e raccontano le più famose storie
dello scrittore inglese in chiave moderna. Fu un successo tale che
fino ad ora sono state prodotte altre 2 stagioni (entrambe con appena
3 episodi sempre della lunghezza di 1 ora e mezza) e una 4° è in
cantiere.
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martedì 20 settembre 2016
Considerazioni sulla difficoltà dei giochi
DIFFICOLTA': Giochi di oggi davvero troppo facili?
La domanda che invece assale l' altra metà del web invece è: questa lamentela è dovuta solo al fatto che, crescendo, le nostre abilità siano migliorate e quindi i giochi ci appaiono più semplici, oppure di fatto giocare oggi è più facile? La risposta corretta come sempre, a mio avviso, si trova nel mezzo. E' fisiologico che persone che hanno iniziato a giocare, come me, più di 10 anni, e in alcuni casi 15 o 20, fa ai videogiochi hanno sviluppato sempre maggiori abilità, riuscendo a far sembrare i prodotti più facili di quello che siano in realtà. Se questo è vero, è un dato di fatto anche che, a causa sia della fascia di pubblico sempre più ampia che gioca, sia dei numerosi walktrough presenti su internet che svelano al neofita tutto ciò che c' è da sapere su un prodotto, e anche dai tipi di giochi in voga in questo momento, i videogiochi sui nostri scaffali oggi siano più semplici da completare rispetto a quelli di 10 anni fa. Questo perchè lo scopo attuale della stragrande maggioranza delle case videoludiche non è quello di fornire sfida al giocatore, ma di intrattenerlo il più tempo possibile e stupirlo, grazie a effetti speciali e grafica degni di film Hollywoodiani. Quando un fps punta tutto sul realismo dell' azione e della grafica proposta, o un hack'n'slash su combo spettacolari e colpi finali distruttivi, o ancora un tps su ambientazioni coinvolgenti e una trama fruibile e piacevole, c' è poco spazio per la difficoltà, che rischia di tenere bloccati alcuni tipi di giocatori troppo tempo in certe zone, impedendogli di godere gli elementi sopracitati, in quanto troppo occupato a cercare di sconfiggere per la trentesima volta lo stesso gruppo di nemici. Se poi qualsiasi segreto, boss nascosto o area del gioco accessibile solo grazie a una precisa concatenazione di eventi, vengono rivelati grazie ai gameplay di youtube dopo la prima settimana dal lancio, è ovvio che il gioco risulta ancora più facile e molto più scarno di misteri e segreti rispetto al passato.
So che arrivati a questo punto dell' articolo tutti state pensando ad un titolo in particolare che sconvolgerebbe tutta la mia teoria, ma adesso andrò a spiegarvi secondo me perchè la saga dei souls (bloodborne compreso) non sia difficile, quanto più che altro punitiva e che spinge il giocatore ad abituarsi. Per fare ciò dovrò inevitabilmente raccontare il mio approccio con la saga. Partendo da Demon souls, dove a stento riuscivo a sconfiggere i nemici base, passando da dks1 nel quale rimasi bloccato ad Anor Londo per più di una settimana, fino a bloodborne, finito senza troppi problemi e dks 3 terminato anche in ng+ senza difficoltà eccessive. La saga della From Software ( che intendiamoci è una delle mie preferite, e una delle poche di questa generazione che mi ha tenuto incollato allo schermo di gioco anche oltre il tempo impiegato per arrivare dal boss finale) non è di fatto difficile nelle meccaniche, tuttavia rappresenta quasi un genere nuovo nel campo videoludico per quanto concerne il gameplay, o comunque un pò di nicchia prima dell' avvento dei souls. E' oggettivamente un pò complesso abituarsi ai vari sistemi di armi, peso, build da costruire a seconda di numerose statistiche e senza limiti imposti dalla classe scelta, senza contare la grande varietà di nemici e il fatto che quando si muore si perde tutto quello che è stato fatto fino a quel momento (per non parlare di quelle maledette imboscate che fanno morire il non morto prescelto, colui che ha sconfitto Gwin, oppure maciullato German, da 4 cani e un contadino, per dire). Nonostante ciò una volta che ci si fa l' abitudine il gioco diventa abbastanza accessibile e, sebbene rappresenti in alcuni frangenti un livello di sfida lodevole, tutto sommato nemmeno troppo difficile, se si capisce come funzionano i vari pattern dei mostri e diciamocelo, per uno che ha giocato anni e anni a monster hunter non è poi così difficile la cosa. Più che difficile la saga richiede all' utente molta pazienza, necessaria per imparare i tipi di nemici, le varie tattiche da utilizzare e i pattern d'attacco dei nostri avversari. Tutte cose ottime, per amor di Dio, anche interessanti e che ruberanno al giocatore tantissime ore, ma che una volta capite rendono il gioco nemmeno paragonabile alla difficoltà dei vari platform e esplorativi usciti tra gli anni 80' e 90' del secolo scorso.
Non voglio fare una lamentela e non sono tra quei nostalgici che spara merda su qualsiasi titolo uscito negli ultimi 10 anni, sarei un'ipocrita nel dire che la saga di Batman, Bioshock, The Witcher, Uncharted, gli stessi souls e molti altri ancora non mi abbiano regalato tantissime emozioni e che siano tra i migliori prodotti di sempre; tuttavia credo di essere nel giusto nell' affermare la mancanza da parte di molti giocatori di aree di gioco praticamente impossibili da completare al 100%, oppure boss segreti alla final fantasy, che per essere sconfitti ci vogliono ore di preparazione e centinaia di morti. Il mio timore è che, col passare del tempo, ci si concentri talmente tanto sulla volontà di stupire il giocatore o di farlo divertire, che il grado di difficoltà vada scemando a tal punto che i videogiochi non diventino simili a film interattivi, da giocare quando si ha tempo e ci si vuole rilassare, senza bisogno di applicarsi o di essere concentrati, cosa che rovinerebbe l' intero mondo e farebbe perdere una grossissima fetta d' utenza. Ultima specifica necessaria a fine articolo è che la difficoltà di cui ho parlato è legata esclusivamente al single player e ad un livello normale, non sparate cose del tipo "eh ma in dead space a difficoltà massima puoi salvare solo tre volte , quello si che è difficile", oppure " no ma DmC alla modalità Dante must Die i nemici sono fortissimi" o anche "guarda che a dks3 nel ng14+ i mostri ti shottano e i boss hanno tantissima vita" perchè queste modalità non sono per l' utente medio, ma per l' appassionato del gioco che vuole rigiocarlo più e più volte proprio perchè appassionato, masochista, o semplicemente Coreano
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venerdì 16 settembre 2016
[Recensione] Cowboy bebop
SEE YOU SPACE COWBOY
Lo dico in
partenza, quando si tratta di Cowboy Bebop raramente riesco ad essere
oggettivo. Questo anime è senza ombra di dubbio il mio preferito in
assoluto, non a causa di una trama particolarmente complessa,
personaggi profondi o una colonna sonora invidiabile, ma grazie all'
aria che si respira vedendo tutti e 26 episodi. So che può sembrare
strana questa affermazione riferita ad un cartone animato, tuttavia
sembra che il prodotto diretto da Shin'ichiro Watanabe sia stato
fatto già con lo scopo di divenire un cult. La storia è ambientata
del 2070 in un universo nel quale, a causa di un incidente avvenuto
nel 2022, la terra è praticamente inabitata e tutti gli esseri umani
si sono trasferiti su altri pianeti del sistema solare. Tra questi ci
sono anche il nostro protagonista Spike Spiegel, ex malavitoso poi
uscito dal giro dopo essere stato quasi ucciso dal suo
migliore amico Vicius a causa di una donna, che insieme all'ex
investigatore Jet Black intraprende il faticoso mestiere di
cacciatore di taglie a bordo di una nave stellare.
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mercoledì 14 settembre 2016
Considerazioni su Ps4 Pro e Slim
Pronti a diventare PRO?
Diciamocelo chiaramente, fino ad oggi questa ottava generazione videoludica ha visto (per quanto concerne le console) un chiaro dominio di Sony su Microsoft. Anche volendo ignorare le numerose gaffe nel corso dei vari E3 della compagnia fondata da Bill Gates, soprattutto grazie ad un numero di esclusive maggiore, più varie e soprattutto di qualità superiore rispetto alla concorrente americana, il colosso Giapponese esce come vincitore da questo eterno duello, almeno fino ad ora. Si perchè di recente le numerose voci che parlavano di una Ps4 definita Neo o 4k si sono rivelate veritiere e quindi la Sony stessa ha lanciato sul mercato due nuove console: Play station 4 Slim (che uscirà il 16 settembre) e Play Station 4 Pro la cui data d' uscita, salgo grandi cambiamenti, è fissata per il 10 Novembre.
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martedì 13 settembre 2016
[Un classico] I 3 Moschettieri
UNO PER TUTTI E TUTTI PER UNO
Oggi voglio provare qualcosa di nuovo, quella che si potrebbe definire l' inizio di una nuova rubrica, o più probabilmente un flop, ma è giusto provarci. Accanto alle passioni per i videogiochi, fumetti, anime, film e serie tv, fin da quando sono ragazzo ho sempre amato leggere. Come se ciò non fosse già abbastanza anomalo, ciò che mi è sempre piaciuto non sono i libri leggeri per adolescenti, ma bensì i grandi classici della storia della letteratura. Avendo finito di recente i 3 Moschettieri, celebre romanzo di Alexandre Dumas e primo della trilogia dei Moschettieri, mi è venuta una gran voglia di discutere di questo libro con qualcuno, ma siamo onesti... quanti miei coetanei si interessano di letteratura francese? Così ho deciso, spinto dalla stessa spavalderia che guida d'Artagnan e i suoi amici nel corso delle loro avventure, di "sfruttare" il blog per poter dare mie opinioni personali, inerenti questi capolavori della storia mondiale. Inoltre, giusto per incasinare ulteriormente le cose, ho preferito che ogni mio articolo di questa plausibile rubrica si soffermerà, dopo aver dato alcune informazioni riguardanti trama e personaggi , su un aspetto in particolare di essi, che cambierà di volta in volta.
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Un classimo
venerdì 9 settembre 2016
MONSTER HUNTER SAGA
IL DIVERTIMENTO FATTO GIOCHI
Molto
spesso, parlando con amici, esce fuori la domanda su quale sia la
nostra saga videoludica preferita. Se si parla di giochi più belli
che abbiamo giocato, la mia risposta rimane sempre molto vaga, in
quanto è davvero molto difficile trovare una serie che ti
ha colpito più delle altre dal punto di vista qualitativo, in genere quindi
le mie risposte oscillano tra Metal Gear, The legend of Zelda, Final
Fantasy, e per i più recenti la saga Souls, Batman e Uncharted.
Quando invece la conversazione verte sulla saga dei videogiochi che
più mi ha divertito non ho dubbi e rispondo immediatamente Monster
Hunter.
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martedì 6 settembre 2016
[Recensione] Romanzo Criminale
La banda che sorprende le serie Tv italiane
Con l'
uscita della seconda stagione della serie tv di Gomorra sta nascendo
in Campania e non un effetto “Gomorrizzante”, con migliaia di
giovani che usano le frasi dette dai personaggi, quasi mitizzati, per
scherzare coi loro amici. Sembra quasi che Gomorra, oltre ad essere
una serie tv di tutto rispetto, secondo alcuni degna di competere con
molti prodotti americani, abbia aperto una finestra sulla vita e i
rapporti che intercorrono tra i vari personaggi della malavita.
Tuttavia la serie tv tratta dal romanzo di Roberto Saviano non è
stata la prima a parlare di questi argomenti in Italia.
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lunedì 5 settembre 2016
[Recensione] Frankenstein Junior
SI PUO' FARE!!!
Non
è mai bello speculare sulla morte di una persona, specie se questa
persona è Gene Wilder, uno dei più geniali attori comici del secolo
scorso, morto all' età di 83 anni a causa del morbo di Alzheimer.
Tuttavia ho ritenuto giusto, in special modo dopo tutti i commenti
strappalacrime di "fan" dell' ultimo momento che conoscono
il genio statunitense solo grazie ad un meme su Facebook, nel mio
piccolo, rendere omaggio a un pilastro della comicità degli anni '70
attraverso una recensione della sua opera più celebre, nonché il
mio film comico preferito in assoluto: Frankenstein Junior.
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giovedì 1 settembre 2016
[Recensione] Breaking Bad
L' arte del raccontare una storia
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