lunedì 9 gennaio 2017

[Considerazioni] Blade runner

Il cult per troppo tempo sottovalutato

Non sono mai stato un fan della fantascienza, tuttavia negli ultimi mesi mi sono riavvicinato a questo genere grazie a libri, fumetti e film. In particolare ho di recente rivisto uno dei più grandi cult della storia del cyberpunk futuristico: Blade Runner. Questa pellicola, famosa oltre che per l' opera in se anche per il fatto che esistano ben 7 versioni differenti dello stesso film, è stata per anni ignorata dal grande pubblico e bollata come mediocre, salvo poi tornare in auge agli inizi di questo secolo e in particolar modo grazie al "Final cut" del 2007 che gli fornisce una versione definitiva.

 Quello che voglio fare oggi non è recensire il capolavoro di Ridley Scott, ma bensì, in vista dell' uscita del secondo capitolo, fornire a chi mi segue alcune mie considerazioni a riguardo. Partiamo però come sempre, con la trama e alcuni dati tecnici. Blade Runner è un film del 1982 distribuito dalla Warner Bros, prima solo in America, poi con successive versioni in tutto il mondo. La durata dell' opera oscilla intorno alle 2 ore e tra gli attori sicuramente la fa da padrone Harrison Ford, che ritroveremo anche nel nuovo film in programmazione. La storia è ambientata in una Los Angeles  futuristica e cyberpunk, nel 2019, in un mondo in cui sono stati creati numerosi replicanti, del tutto simili ad umani ad eccezione del fatto che essi hanno vita più breve e sono molto più forti, oltre che intelligenti, poi ritirati poichè considerati pericolosi ed eliminati di fatta da un corpo di polizia speciale chiamato "Blade Runner". Dai confini dell' universo, dove sono relegati questi prodotti, che vengono trattati alla stregua di schiavi, fuggono alcuni replicanti provenienti da Nexus 6, i quali cercheranno di introdursi nella Tyrell Corporation con lo scopo di scoprire come fare ad allungare la loro breve esistenza.  Catturarli ed eliminarli sarà compito di  Rick Deckard, un ex-agente in pensione che accetterà suo malgrado questo ultimo incarico.
 A complicare le cose ci penserà anche Rachael, la segretaria di Tyrell in persona la quale scoprirà solo durante il corso del film di essere un replicante, e di cui il nostro Deckard si innamorerà, nonostante la sua missione lo obblighi ad ucciderla. Non vado oltre con la trama, in quanto descriverla non renderebbe onore al film, facendolo passare come un comune action movie e non come il cult che è. Quello di cui voglio parlare oggi sono le simbologie, i dettagli, le ambientazioni e i significati che si celano dietro il prodotto di Scott. Partiamo con la Los Angeles descritta. Essa è un posto altamente tecnologico e avanzato, nel quale l' inquinamento impedisce alla luce del sole di filtrare, rendendo il mondo cupo e coperto da una perenna pioggia battente che sta a simboleggiarne lo squallore.


Sui teleschermi passano numerosi spot pubblicitari che sembrano cozzare con la vita confusionaria, multietnica e cupa dei quartieri della città, dove si mischiano lingue, razze, animali (la maggior parte dei quali sintetici) e personaggi di tutti i tipi. Come già detto a farla da padrone è la pioggia che contruibuirà a fornire ai sobborghi cittadini un'atmosfera di sporco, umido e malato. Numerosi annunci parlano di colonie esterne alla terra, una nuova el dorado dove le persone, stufe della vecchia, potranno ricominciare una nuova e florida vita, a scapito dei replicanti che lì sono trattati come servitù o peggio. In questo panorama il rapporto uomo macchina sembra invertirsi; sono i replicanti che cercano di difendersi tra loro, di sopravvivere, di aiutarsi e di provare emozioni, le quali non sono altro che un effetto collaterale della loro programmazione. D'altra parte abbiamo gli umani, che sembrano apparire stanchi, insensibili ed egoisti, pare che vivano per inerzia e che non diano nessun valore al loro tempo, così lungo rispetto a quello degli androidi che invece ne vorrebbero di più. Ruolo importante viene assunto inoltre dalle foto, oggetto molto amato dai replicanti; i ricordi  forniti loro non sono altro che innesti creati a tavolino e quindi, imprimendo su pellicola ciò che vedono, essi non vogliono far altro che creare la loro storia ed essere padroni del proprio passato, sfuggendo dalla morsa di innesti a loro estranei.
Deckard sembra quasi una via di mezzo tra i due esseri. Egli appare come un umano, tuttavia la sua forte empatia, mal celata da un velo di menefreghismo e disillusione nei confronti della vita, lo fa apparire quasi come un automa meno ingenuo e meglio inserito degli altri (un colpo di scena alla fine del film infatti fa quasi intuire il fatto che lo stesso Blade Runner in realtà è un replicante, teoria confermata da Ridley Scott). Grande importanza ha anche l' aspetto religioso. Il presidente della Tyrell Corporation viene visto come un dio dai replcianti, egli non solo ha dato loro la vita ma può anche, secondo loro, renderla più longeva. L' antitesi di ciò è invece Roy, il capo dei replicanti fuggiti, che si considera come un angelo caduto che si ribella al suo creatore poichè considera la sua decisione di rendere gli androidi schiavi con vita molto breve (scelta giustificata dallo stesso presidente che afferma di aver scelto per gli androidi circa 4 anni di vita con lo scopo di impedire loro di iniziare a provare emozioni)come crudele e insensata. Verso la fine lo stesso automa, dopo essersi ribellato al suo Dio, appare quasi come un cristo redentore, che prima salva il suo assassino e dopo muore dopo aver sofferto e sacrificato se stesso; i simboli del chiodo nella mano e della colomba che vola nel momento della morte di Roy non sembrano dare spazio a equivoci.
Oltre a ciò ci sarebbero numerosissimi aspetti di cui parlare, della paura per le emozioni, del contrasto tra lusso e industrializzazione con la povertà e la sovrappopolazione, il personaggio di Deckard oppure quello di Gaff, agente patito per gli origami, e tantissime altre cose ancora, però non voglio nè rendere l' articolo troppo pesante o più confusionario di quanto non sia già, nè fare ulteriori spoiler, nè soprattutto dare mie considerazioni che potrebbero poi rivelarsi errate o illogiche. Unico consiglio... vedete Blade Runner, anche più di una volta, da soli e con amici, una sola volta non basta, anche perchè il film non annoia, ma ogni volta che le vicende vengono narrate esse assumono un significato nuovo e profondo. Buona visione

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