martedì 20 settembre 2016

Considerazioni sulla difficoltà dei giochi

DIFFICOLTA': Giochi di oggi davvero troppo facili?

Oggi ho deciso di discutere con voi uno degli argomenti più caldi, inerenti al fronte videoludico, degli ultimi anni. Come sempre premetto che le mie sono considerazioni assolutamente personali che vanno prese per quelle che sono, e non come argomentazione oggettiva per supportare una teoria piuttosto che un'altra. Detto ciò cominciamo subito. La difficoltà è sicuramente uno degli aspetti principali per valutare un videogame. A meno che non si parli di alcuni tipi di videogiochi (come per esempio i jrpg dove comunque il livello di sfida è dato dal sapere utilizzare un determinato tipo di attacco contro il mostro giusto al momento giusto) la cosa che rende un gioco divertente e godibile è anche il grado di sfida che esso riesce a fornire, grado da superare usando al meglio le nostre abilità manuali e intellettive, e che quindi fornisce maggior soddisfazione all' utente. Negli ultimi anni una grossa fetta di pubblico si è lamentata del fatto che i giochi di oggi siano troppo semplici, non presentino vere e proprie sfide e spingano il giocatore più che ad impegnarsi per poter scoprire ogni segreto o mostro del gioco, a semplicemente spendere più ore possibili su un prodotto, magari finendolo un paio di volte per poter "platinarlo".
La domanda che invece assale l' altra metà del web invece è: questa lamentela è dovuta solo al fatto che, crescendo, le nostre abilità siano migliorate e quindi i giochi ci appaiono più semplici, oppure di fatto giocare oggi è più facile? La risposta corretta come sempre, a mio avviso, si trova nel mezzo. E' fisiologico che persone che hanno iniziato a giocare, come me, più di 10 anni, e in alcuni casi 15 o 20, fa ai videogiochi hanno sviluppato sempre maggiori abilità, riuscendo a far sembrare i prodotti più facili di quello che siano in realtà. Se questo è vero, è un dato di fatto anche che, a causa sia della fascia di pubblico sempre più ampia che gioca, sia dei numerosi walktrough presenti su internet che svelano al neofita tutto ciò che c' è da sapere su un prodotto, e anche dai tipi di giochi in voga in questo momento, i videogiochi sui nostri scaffali oggi siano più semplici da completare rispetto a quelli di 10 anni fa. Questo perchè lo scopo attuale della stragrande maggioranza delle case videoludiche non è quello di fornire sfida al giocatore, ma di intrattenerlo il più tempo possibile e stupirlo, grazie a effetti speciali e grafica degni di film Hollywoodiani. Quando un fps punta tutto sul realismo dell' azione e della grafica proposta, o un hack'n'slash su combo spettacolari e colpi finali distruttivi, o ancora un tps su ambientazioni coinvolgenti e una trama fruibile e piacevole, c' è poco spazio per la difficoltà, che rischia di tenere bloccati alcuni tipi di giocatori troppo tempo in certe zone, impedendogli di godere gli elementi sopracitati, in quanto troppo occupato a cercare di sconfiggere per la trentesima volta lo stesso gruppo di nemici. Se poi qualsiasi segreto, boss nascosto o area del gioco accessibile solo grazie a una precisa concatenazione di eventi, vengono rivelati grazie ai gameplay di youtube dopo la prima settimana dal lancio, è ovvio che il gioco risulta ancora più facile e molto più scarno di misteri e segreti rispetto al passato.
 So che arrivati a questo punto dell' articolo tutti state pensando ad un titolo in particolare che sconvolgerebbe tutta la mia teoria, ma adesso andrò a spiegarvi secondo me perchè la saga dei souls (bloodborne compreso) non sia difficile, quanto più che altro punitiva e che spinge il giocatore ad abituarsi. Per fare ciò dovrò inevitabilmente raccontare il mio approccio con la saga. Partendo da Demon souls, dove a stento riuscivo a sconfiggere i nemici base, passando da dks1 nel quale rimasi bloccato ad Anor Londo per più di una settimana, fino a bloodborne, finito senza troppi problemi e dks 3 terminato anche in ng+ senza difficoltà eccessive. La saga della From Software ( che intendiamoci è una delle mie preferite, e una delle poche di questa generazione che mi ha tenuto incollato allo schermo di gioco anche oltre il tempo impiegato per arrivare dal boss finale) non è di fatto difficile nelle meccaniche, tuttavia rappresenta quasi un genere nuovo nel campo videoludico per quanto concerne il gameplay, o comunque un pò di nicchia prima dell' avvento dei souls. E' oggettivamente un pò complesso abituarsi ai vari sistemi di armi, peso, build da costruire a seconda di numerose statistiche e senza limiti imposti dalla classe scelta, senza contare la grande varietà di nemici e il fatto che quando si muore si perde tutto quello che è stato fatto fino a quel momento (per non parlare di quelle maledette imboscate che fanno morire il non morto prescelto, colui che ha sconfitto Gwin, oppure maciullato German, da 4 cani e un contadino, per dire). Nonostante ciò una volta che ci si fa l' abitudine il gioco diventa abbastanza accessibile e, sebbene rappresenti in alcuni frangenti un livello di sfida lodevole, tutto sommato nemmeno troppo difficile, se si capisce come funzionano i vari pattern dei mostri e diciamocelo, per uno che ha giocato anni e anni a monster hunter non è poi così difficile la cosa. Più che difficile la saga richiede all' utente molta pazienza, necessaria per imparare i tipi di nemici, le varie tattiche da utilizzare e i pattern d'attacco dei nostri avversari. Tutte cose ottime, per amor di Dio, anche interessanti e che ruberanno al giocatore tantissime ore, ma che una volta capite rendono il gioco nemmeno paragonabile alla difficoltà dei vari platform e esplorativi usciti tra gli anni 80' e 90' del secolo scorso.
 Non voglio fare una lamentela e non sono tra quei nostalgici che spara merda su qualsiasi titolo uscito negli ultimi 10 anni, sarei un'ipocrita nel dire che la saga di Batman, Bioshock, The Witcher, Uncharted, gli stessi souls e molti altri ancora non mi abbiano regalato tantissime emozioni  e che siano tra i migliori prodotti di sempre; tuttavia credo di essere nel giusto nell' affermare la mancanza da parte di molti giocatori di aree di gioco praticamente impossibili da completare al 100%, oppure boss segreti alla final fantasy, che per essere sconfitti ci vogliono ore di preparazione e centinaia di morti. Il mio timore è che, col passare del tempo, ci si concentri talmente tanto sulla volontà di stupire il giocatore o di farlo divertire, che il grado di difficoltà vada scemando a tal punto che i videogiochi non diventino simili a film interattivi, da giocare quando si ha tempo e ci si vuole rilassare, senza bisogno di applicarsi o di essere concentrati, cosa che rovinerebbe l' intero mondo e farebbe perdere una grossissima fetta d' utenza. Ultima specifica necessaria a fine articolo è che la difficoltà di cui ho parlato è legata esclusivamente al single player e ad un livello normale, non sparate cose del tipo "eh ma in dead space a difficoltà massima puoi salvare solo tre volte , quello si che è difficile", oppure " no ma DmC alla modalità Dante must Die i nemici sono fortissimi" o anche "guarda che a dks3 nel ng14+ i mostri ti shottano e i boss hanno tantissima vita" perchè queste modalità non sono per l' utente medio, ma per l' appassionato del gioco che vuole rigiocarlo più e più volte proprio perchè appassionato, masochista, o semplicemente Coreano

Nessun commento:

Posta un commento