martedì 13 settembre 2016

[Un classico] I 3 Moschettieri

UNO PER TUTTI E TUTTI PER UNO
Oggi voglio provare qualcosa di nuovo, quella che si potrebbe definire l' inizio di una nuova rubrica, o più probabilmente un flop, ma è giusto provarci. Accanto alle passioni per i videogiochi, fumetti, anime, film e serie tv, fin da quando sono ragazzo ho sempre amato leggere. Come se ciò non fosse già abbastanza anomalo, ciò che mi è sempre piaciuto non sono i  libri leggeri per adolescenti, ma bensì i grandi classici della storia della letteratura. Avendo finito di recente i 3 Moschettieri, celebre romanzo di Alexandre Dumas e primo della trilogia dei Moschettieri, mi è venuta una gran voglia di discutere di questo libro con qualcuno, ma siamo onesti... quanti miei coetanei si interessano di letteratura francese? Così ho deciso, spinto dalla stessa spavalderia che guida d'Artagnan e i suoi amici nel corso delle loro avventure, di "sfruttare" il blog per poter dare mie opinioni personali, inerenti questi capolavori della storia mondiale. Inoltre, giusto per incasinare ulteriormente le cose, ho preferito che ogni mio articolo di questa plausibile rubrica si soffermerà, dopo aver dato alcune informazioni riguardanti trama e personaggi , su un aspetto in particolare di essi, che cambierà di volta in volta.
Dopo questo lungo preambolo direi di iniziare subito, sfatando un mito che purtroppo alcuni ancora credono veritiero. CHARLES D'ARTAGNAN NON E' UNO DEI 3 MOSCHETTIERI. Egli infatti all' inizio del libro, ambientato in Francia sotto il regno diLuigi XIII, padre del celebre re Sole, e del cardinale nonchè grande statista Richelieu, non è altro che un cadetto di Guascogna che si presenta a Parigi con una lettera di raccomandazione per il signor Trèville, capo dei moschettieri. Qui incontrerà gli "inseparabili" Athos, Portos e Aramis, moschettieri del re e dunque antagonisti del cardinale, il quale però prova una strana simpatia per il valore e il coraggio dei protagonisti. Il giovane d'Artagnan in un primo momento entrerà a far parte della compagnia del signor d'Essartes, amico di Trèville, in attesa di divenire moschettiere. Nonostante le diverse estrazioni sociali, caratteri e compagnie di appartenenza, i 3 amici accolgono il ragazzo nel loro gruppo, sebbene un primo incontro, che potremmo definire burrascoso, costò quasi la vita al ragazzo. Con loro il guascone compirà numerose avventure, spesso al servizio del re e soprattutto della regina, che gli incaricherà tra le altre cose un importante compito da svolgere a Londra, avventura che gli farà conoscere la signora Bonacieux, di cui si innamorerà, oltre ad attirare le attenzioni del cardinale e della terribile Milady, donna di origini sconosciute, fredda calcolatrice e malvagia, che con i suoi inganni metterà spesso i bastoni tra le ruote ai nostri eroi, ai quali sembra legata da uno strano rapporto sia con d'Artagnan che con Athos.
Come detto all' inizio non mi soffermerò più sulla trama, davvero ben raccontata e fruibile dai lettori di qualsiasi età (a patto che non si lascino ingannare dalle dimensioni del libro); passiamo dunque ai personaggi. Sebbene essi siano stati col passare dei secoli stereotipati, sono scritti in maniera superba, che con poche righe ci aiuta a comprendere molte sfaccettature dei loro caratteri, talvolta intuibili, ma spesso anche più complessi di quanto sembra. Partiamo quindi da Porthos. Non c' è molto da dire su di lui in realtà, sebbene sia un amico leale ed un valido moschettiere, egli tende ad essere molto superbo e sbruffone, vuole sempre puntare ad apparire grazie alle sue vesti sgargianti e non si fa scrupolo, anche se a dire il vero nel 1600 come dice l' autore stesso era una consuetudine per molti uomini, a farsi mantenere e pagare i vari equipaggiamenti dalla sua amante. Aramis invece risulta come un uomo più mite, di grande bellezza,  dedito alla vita religiosa e spirituale, afferma più volte di essere un moschettiere temporaneo e che alla prima occasione diverrà abate ed appenderà la spada al chiodo; ma nonostante ciò sembra avere una relazione ed essere davvero innamorato di una nobildonna parigina amica della regina Anna d'Austria. Quest'ultima è la moglie del re, con il quale ha a dire il vero una pessima relazione, e si suppone che sia segretamente innamorata del duca di Buckingham, il quale non fa nulla per nascondere la sua passione nei confronti di una donna che non solo è sposata, ma anche nemica del suo paese, l' Inghilterra. Per quanto concerne Richelieu egli appare come un uomo forte, di grande intelletto e dedito al comando, più un generale che un cardinale. Al suo servizio, fra gli altri, lavora anche Milady, donna che nasconde un terribile segreto, arrampicatrice sociale, assassina senza scrupoli, ingannatrice e affamata di gloria e di potere. Per tornare ai nostri moschettieri Athos è probabilmente il personaggio dal carattere più interessante della storia. Egli ha in pratica il ruolo di capo del gruppo di amici, non parla quasi mai, sebbene sia molto saggio e intelligente, ha addosso sempre un'aria di indifferente malinconia, che sfoga bevendo spesso, eppure risulta il più affidabile, leale e sincero amico che d'Artagnan possa mai incontrare, oltre che un eccellente stratega e moschettiere. Il giovane protagonista sembra invece incarnare tutti gli ideali del tempo: è coraggioso, leale, spavaldo, affidabile, intelligente e cauto, anche se spesso si caccia in brutte situazioni a causa della sua irruenza e delle sue passioni molto forti e mai celate.
Dopo aver parlato, anche troppo, di trama e personaggi ora voglio passare a cosa mi ha colpito di più di questo capolavoro, ovvero la maniera in cui è raccontato. Anche volendo escludere i numerosi e geniali interventi dell' autore, che volta per volta spiegheranno al lettore usi e costumi del 1600, la narrazione mi ha davvero molto stupito. Il libro inizia come un normale romanzo di avventura, per poi passare ad intrighi di palazzo e storie d' amore che me lo hanno fatto quasi considerare un romanzo rosa, leggero e adatto per chi volesse leggere un gran bel libro, ma senza per questo sforzarsi in temi astrusi e esistenziali. Nella fine il romanzo cambia totalmente. Dall' "infelice" colloquio tra Milady e suo cognato, lord Winter, la narrazione si fa sempre più cupa e triste. Non c' è più spazio per la serenità delle avventure amorose di d'Artagnan, ne tanto meno per l' avventura per ragazzi nella quale tutto va per il meglio, ma bensì inizia un ciclo di assassinii, disperazione, lacrime e vendette che condurranno il lettore a divorare pagine e capitoli , fino ad arrivare all' epilogo, nel quale tutto sembra tornato alla normalità, normalità che però è pagata a caro prezzo dai nostri amici, che appaiono segnati dalle ultime avventure vissute, le quali hanno fatto cadere loro in un baratro di disperazione e tristezza, dal quale, anche grazie alla fortuna che per una volta risulta favorevole, sono riusciti ad emergere. La storia finisce con un addio, che onestamente mi ha lasciato un pò d' amaro in bocca in quanto credevo definitivo, e lo scioglimento della compagnia di amici. Fortunatamente ho scoperto che questo è solo il primo libro, di una serie di 3, avente come protagonista i moschettieri del re più amati da critica e pubblico, il che vuol dire che appena mi sarà possibile mi fionderò in libreria per acquistare e leggere i 2 rimanenti. Un consiglio che posso dare a chi si accinge, per dovere o piacere, a leggere questo classico, è di non scoraggiarsi di fronte al numero abbastanza importante delle pagine, ma semplicemente di iniziare a scoprire questa storia, davvero molto molto godibile e a tratti anche leggera e facile da leggere. Come dico sempre esistono libri di 100 pagine che per essere letti non basta una vita e altri di 600 che in pochi giorni possono essere divorati, questo è il caso dei 3 moschettieri che, contro tutte le mie aspettative, è divenuto senza dubbio, grazie alla narrazione, ai personaggi e alle avventure, uno dei miei libri preferiti, se non in top 5 sicuramente in top 10. Cos' altro aggiungere se non buona lettura?

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